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POSTE ITALIANE. Il punto sulla vertenza

Non è ancora finita, sono stati fatti alcuni passi avanti ma non ci arrenderemo finchè tutti gli impegni presi al MISE saranno rispettati e tutti i lavoratori potranno tornare al lavoro.

La lunga vertenza degli autisti assunti da Adecco, in missione presso Poste Italiane, è iniziata nel mese di giugno con uno sciopero e non è ancora finita. In questi mesi si sono susseguite assemblee, iniziative di mobilitazione, stato di agitazione, blocco degli straordinari, altre giornate di sciopero, presidi presso la sede centrale di Poste, al Ministero dello Sviluppo Economico, nelle Prefetture e ancora assemblee. Obiettivo: respingere l’intento dell’Azienda che aveva dato indicazione all’Agenzia per il lavoro di interrompere le missioni dei lavoratori con incarico di autisti nei Centri Meccanizzazione Postale (CMP). Dopo diversi incontri al MISE, gli impegni assunti dalla controparte datoriale hanno riconosciuto la continuità occupazionale a tutti i lavoratori rientranti nel perimetro occupazionale consolidato e la parità di trattamento.

Ad oggi, possiamo dire che all’interno di quel percorso, alcuni passi in avanti sono stati fatti. Ai lavoratori in somministrazione con contratti di lavoro a tempo indeterminato e missioni in scadenza a ottobre e novembre è stata concessa la proroga e i lavoratori con contratti a tempo indeterminato e missioni scadute, lasciati a casa nei mesi scorsi, sono stati richiamati a lavorare. A tutti è stato proposto il cambio di mansione da autisti a portalettere, Poste Italiane ha deciso di avviare un processo di esternalizzazione del servizio nei CMP, a questo riguardo abbiamo convocato le assemblee con i lavoratori e abbiamo registrato una sostanziale condivisione per il risultato sulla continuità occupazionale.

Il confronto, però, continua perché non tutti gli impegni presi sono stati realizzati: all’appello mancano ancora tutti i lavoratori con contratto di lavoro a termine ancora in missione e quelli che sono stati lasciati a casa. La vertenza dei somministrati Poste Italiane potrà dichiararsi chiusa solo quando tutti i lavoratori rientranti nel perimetro occupazionale definito inizialmente nei verbali sottoscritti al MISE avranno la possibilità di rientrare o continuare a lavorare.

Questi mesi di lotta hanno dimostrato che con l’unità dei lavoratori nel sostenere le iniziative sindacali, con la determinazione dei Sindacati e anche con il contributo delle Istituzioni Pubbliche chiamate a svolgere un ruolo di mediazione sociale, in questo Paese è possibile modificare le scelte e le decisioni delle aziende.

SANITA’, SOMMINISTRATI EROI DI SERIE B

Le Leggi e il CCNL delle Agenzie per il lavoro non lasciano spazio ai dubbi: ai lavoratori somministrati (ex-interinali), a parità di mansioni, nelle aziende private e pubbliche, bisogna garantire le stesse condizioni salariali e gli stessi diritti dei dipendenti diretti. Nella Sanità, aI personale in somministrazione che è stato in prima linea negli ospedali durante l’emergenza Covid 19 – circa 15mila persone – non sono stati riconosciuti i premi di Stato e Regioni. Anche nelle istituzioni, insomma, quella per la parità di trattamento è ancora una battaglia da combattere: per il riconoscimento della dignità del lavoro, perché vengano eliminate le discriminazioni, vengano avviati percorsi di stabilizzazione con l’introduzione di clausole sociali nelle gare di appalto. Dopo gli applausi per i sacrifici dei lavoratori, il rispetto per il loro lavoro.

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