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Migliaia di precari a rischio reddito. Sindacati: Governo mantenga promesse

DECINE DI MIGLIAIA DI SOMMINISTRATI, ATIPICI E PRECARI A RISCHIO REDDITO

  • Il Governo aveva promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro, ma sono rimaste non tutelate le fasce più fragili.
  • Autunno pericolosamente incerto per tutti. In attesa della ripresa, il Governo ampli subito, nel prossimo Decreto, la platea delle categorie di lavoratori da sostenere.

Roma, 13 luglio 2020. – Un importante messaggio è stato lanciato al Paese all’inizio della pandemia: le misure del Governo non dovevano lasciare indietro nessuno. Eppure, FeLSA Cisl NIdiL Cgil UILTemp evidenziano come tanti, tra i lavoratori più fragili, rischino di essere lasciati senza coperture di reddito nonostante le numerose sollecitazioni lanciate in questi mesi.

Se il Decreto “Rilancio” ha confermato il tentativo da parte del Governo di tutelare e riconoscere lavoratori e lavoratrici normalmente esclusi da forme di sostegno al reddito, il sistema individuato ha lasciato scoperte proprio alcune tra le categorie più deboli e precarie: una ferita che va sanata al più presto.

GLI ESCLUSI DALLE INDENNITA’ COVID-19

Anche in sede di conversione in legge del decreto, infatti, non si pone rimedio all’esclusione di diverse figure. È il caso, ad esempio, dei collaboratori autonomi occasionali non iscritti alla Gestione separata Inps in quanto percettori di redditi inferiori ai 5.000 euro (spesso impiegati nei settori produttivi più colpiti dalla crisi come turismo, spettacolo, formazione e consulenza), oppure come quelli del food delivery, considerati essenziali nei giorni più duri del lockdown. Tutti questi lavoratori sono stati esclusi dalle indennità Covid-19 e si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

Stessa condizione anche per i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati, che per maggio non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure della Dis-coll.

Anche per i somministrati con contratto stagionale nei settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali, registriamo un’ingiustificata esclusione che non riesce a essere recuperata neanche durante l’iter Parlamentare  di conversione in corso.

FUTURO PERICOLOSAMENTE INCERTO

In assenza di una piena ripresa delle attività, il destino di decine di migliaia di lavoratori atipici e precari che operano in ogni settore (partite iva individuali, collaboratori coordinati e continuativi, occasionali, collaboratori sportivi, autonomi, somministrati e dipendenti a tempo determinato) rimane pericolosamente incerto per i prossimi mesi.

Proprio come gli “eroi di serie B” della Sanità, lavoratori e lavoratrici somministrati ai quali il Governo non ha riconosciuto né i trattamenti economici integrativi né riconoscimento della loro anzianità di servizio ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici.

Così come i lavoratori somministrati di Poste Italiane, azienda di Stato, che lascia a casa i lavoratori che hanno garantito il servizio nel periodo di emergenza.

LE NOSTRE RICHIESTE

Fino a che l’emergenza non sarà superata, è necessario ed urgente, quindi, ampliare la platea dei beneficiari delle indennità e prorogare gli strumenti di sostegno al reddito, comprese Naspi e Dis-coll. Inoltre, per scongiurare l’ingresso di decina di migliaia di lavoratori somministrati a tempo determinato nelle fila dei disoccupati è fondamentale una deroga all’obbligo di causale su proroghe e rinnovi almeno fino alla fine dell’anno, oltre al superamento del contributo incrementale dello 0,5% per i rinnovi dei contratti stagionali nei settori individuati dalla contrattazione collettiva.

Il tema che la crisi Covid ha mostrato con chiarezza è quello relativo alla necessità di costruire al più presto un sistema di ammortizzatori sociali strutturale e specifico per tutti questi lavoratori, dando copertura ai periodi di disoccupazione e di calo delle attività.

Infine, riteniamo che una volta ampliata la tutela economica e reddituale per le categorie attualmente escluse, debba avviarsi un confronto serio sul tema della riqualificazione e ricollocazione occupazionale per tutti quei lavoratori temporanei che hanno visto interrompere il proprio rapporto di lavoro.

Le soluzioni ci sono, speriamo ci siano anche le volontà. Errare è umano perseverare è diabolico.