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Riproponiamo oggi, a tre anni dalla scomparsa, l’intervento di Antonio Prisco contenuto nella pubblicazione “Quo vadis rider. La lotta umana e sindacale dei ciclofattorini“, Futura Editrice 2022. Avremmo voluto che fosse ancora Antonio a raccontare la storia di sindacalizzazione dei rider: così non è stato, ma continueremo ad aggiungere nuovi capitoli anche per lui… “un passo indietro neanche per la rincorsa.

Cosa significa fare "sindacato di strada oggi". Nel mondo digitale delle piattaforme, anche durante la pandemia, lottando uniti e organizzati i lavoratori possono sconfiggere l'algoritmo

di Antonio Prisco*

L’avvento del food delivery in Italia si è registrato inizialmente al Nord con l’arrivo, nel 2015, della piattaforma Deliveroo, la quale ha apportato un sensibile cambiamento nel mondo del lavoro atipico. Soltanto due anni dopo, però, con lo sbarco delle altre piattaforme omologhe sul territorio nazionale e la variazione di quelle già esistenti, che hanno iniziato ad essere manifeste le situazioni di disagio vissute dai lavoratori.

Il movimento Rider è nato nel 2017 in questa cornice, dalle spinte autonome in alcune città del Centro Nord (Padova, Milano, Torino, Roma e Bologna, più un confinato esperimento a Pavia, quest’ultimo espressione del sindacato confederale). A tali realtà autonome si sono aggiunte poi, nel 2018 e 2019, una serie di realtà legate alla CGIL, come quelle di Firenze, Napoli e successivamente Palermo.

Dopo una serie di riflessioni interne, si è compreso sin da subito che vi era la comune e urgente necessità di un contenitore intercategoriale. In quello stesso periodo, intanto, il NIdiL CGIL Palermo metteva in fila una serie di importanti risultati che hanno portato a una crescita della base, nonché del consenso sul loro territorio. Sulla scorta dell’esempio palermitano, nel marzo 2020 anche a Catania si è iniziato a costruire un percorso di consapevolezza tra i lavoratori del delivery. Nel 2019, intanto, a Napoli veniva promossa dal NIdiL CGIL la campagna “BAG – Bisogno Assoluto di Garanzie, che prevedeva attività di assistenza per la categoria di lavoratori, aumento della consapevolezza e distribuzione di materiale e strumentazioni utili anche in chiave di sicurezza stradale.

Con l’evidenza sempre più lampante delle nuove e complesse problematiche emerse, e dunque del dovere di rappresentare tale segmento di lavoratori, la scelta è stata quella di procedere con un impegno di livello nazionale, confederale, coordinato, seppur fortemente radicato sul territorio. La prima campagna nazionale No Easy Rider, indetta dalla CGIL, risale alla prima metà del 2019 (nei mesi di gennaio, febbraio e marzo), quando pressocché in tutte le città, capoluogo di regione e non, si sono organizzati degli eventi di sensibilizzazione, tramite volantinaggio, banchetti e anche azioni dimostrative un po’ più strutturate. Subito dopo questa iniziativa, il movimento su scala nazionale ha iniziato una netta crescita, espandendosi in altre città come Torino, dove stavolta non era più riconducibile al mondo degli anarchici o dell’autonomia, ma piena espressione del nostro sindacato confederale. L’impegno costante sui territori ha portato, così, a un allargamento del nucleo costitutivo.

Il 30 aprile 2020 si è tenuta la prima assemblea online, convocata tempestivamente su richiesta delle basi di Napoli, Firenze, Palermo, in collaborazione con il NIdiL CGIL nazionale. Questa occasione ha rappresentato una reale svolta, dopo mesi di dialogo informale tra le realtà legate alla CGIL e le Union, sulla costruzione di una piattaforma unitaria di rivendicazione dei diritti basilari dei lavoratori in occasione del Primo Maggio. La discussione ha portato alla decisione di creare, quindi, una piattaforma più ampia formata delle Union e dai sindacati.

Il Primo Maggio 2020 è stato dichiarato così il primo sciopero unitario del mondo dei rider, a cui hanno aderito Union, CGIL, CISL e UIL (quest’ultima, in tutto questo percorso, ha fatto la sua parte nei piccoli territori, come Messina o Potenza) ed è stata lanciata la piattaforma nazionale “Riders per i diritti“. Da questo punto in poi, tutto è cambiato. Tra le prime iniziative coordinate, in tutte le città aderenti il 5 giugno 2020 è stato indetto uno sciopero delle consegne al piano, mirato a sensibilizzare anche l’acquirente all’acquisto da piattaforme “etiche”.

Nel frattempo era nata la base di Milano, vicina alla CGIL. Nel capoluogo lombardo si è creato a mettere su una specie di laboratorio, che si rivela importante perché è stato il primo luogo dove CGIL, UIL e Union, ossia tutti gli attori che continuano a coordinarsi come Riders per i Diritti a livello nazionale, si sono incontrati fisicamente a livello territoriale. Ciò ha comportato una serie di vantaggi non trascurabili. Non a caso, infatti, dopo Milano è partito un effetto “a cascata” in termini di crescita, nonostante la pandemia e le enormi difficoltà ad essa correlate. Parallelamente alla crescita esponenziale di quelle già esistenti (come Palermo, Catania o Torino), sono nate basi di rider in numerose nuove città. Ne sono un esempio i gruppi organizzati di Caserta, Pescara, Modena e Macerata, per la cui fondazione hanno sicuramente giocato un ruolo determinante le possibilità che si sono aperte con la nascita del Coordinamento Nazionale Riders NIdiL CGIL nel novembre 2020.

In questo momento sono arrivate anche le sentenze del Tribunale di Firenze sui dispositivi di sicurezza e del Tribunale di Palermo che ha riconosciuto a un nostro iscritto, Marco Tuttolomondo, supportato dagli avvocati nazionali di Filt, Filcams e NIdiL, il diritto a essere assunto da Glovo a tempo indeterminato, in quanto lavoratore subordinato.

Queste vittorie hanno dato ulteriore visibilità alla battaglia tutta e alle attività in corso. Grazie a questa spinta propulsiva, sono nati i primi contatti con le città di Macerata, Modena, Perugia e Pescara, senza dimenticare Bari, dove il NIdiL CGIL aveva da tempo avviato un progetto sul mondo dei rider, che ha portato alla nascita – in collaborazione con il Comune di Bari – di “Riders in the Storm”, un vero e proprio centro per i rider legato a Zona Franka, un luogo storico di attivismo giovanile della città.

Nel novembre – dicembre 2020 sono nati spontaneamente piccoli “focolai” di mobilitazione in tutte le città. Fatto importante si è registrato a Roma, dove, seppur già esistesse una base legata agli autonomi da due anni, si è riusciti a fare “egemonia” con una serie di attività, includendo i membri della base romana nei vari gruppi di discussione, al fine di condurre riflessioni collettive e condivise.

Dopo il difficile mese di dicembre, durante il quale è stato necessario affrontare anche le molteplici e aggravatesi problematiche dei lavoratori legate alle temperature con le quali si svolgeva il loro lavoro, il primo gennaio 2021 è arrivata un’altra storica sentenza. Questa volta è stato il Tribunale di Bologna a pronunciarsi, parlando di comportamento discriminatorio da parte dell’algoritmo della piattaforma di Deliveroo: un’altra vittoria, grazie ancora una volta al lavoro degli avvocati nazionali di Filt, Filcams e NIdiL insieme agli avvocati locali di Bologna. La decisione è di fondamentale importanza perché afferma che il lavoratore viene discriminato, è messo in condizione di non poter manifestare e manca del diritto alla malattia e di tutto il pacchetto di diritti di base che gli spetterebbero, secondo il nostro ordinamento giuridico.

Insieme agli sviluppi avutisi sul versante giurisprudenziale, vanno citati anche gli accordi sul piano amministrativo e sindacale territoriale. Dopo il Comune di Bologna, che ha adottato nel 2018 la prima Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano” su spinta delle locali Union, è la volta del capoluogo partenopeo: il 17 gennaio 2020 viene adottata dal Comune di Napoli la “Carta dei Diritti Fondamentali dei Riders e dei Lavoratori della Gig Economy”, risultato ancora più avanzato di un lavoro di coordinamento tra ente, CGIL, CISL, UIL e lavoratori.

Tutti questi sono tasselli di un percorso ancora più lungo che si sta tracciando quotidianamente, in quanto giorno dopo giorno sul territorio si avvicinano e si “formano” nuovi compagni. A cavallo tra il 2020 e il 2021, ad esempio, si è registrato un incremento spasmodico di mobilitazione sul territorio ligure. Sono sorti gruppi organizzati anche su Genova e su La Spezia, nasceranno presto a Savona: queste relazioni saranno rilevanti nell’ottica di coprire quel pezzo di Nord Ovest dove ancora mancava una rappresentanza dei rider. Unico pezzo ancora mancante, su cui si continuerà a lavorare, è l’area del Nord-Est.

Preme sottolineare ancora una volta quanto un punto-chiave, in termini di evoluzione e avanzamento dell’intero processo, si sia rivelata la costituzione del Coordinamento Nazionale formato esclusivamente da lavoratori: questo elemento di raccordo ha aumentato notevolmente la percezione dei territori e dei loro bisogni, oltre che l’efficacia delle azioni messe in campo. Oggi ci sono molti processi in atto, tante storie che si stanno delineando. Un esempio ne è la battaglia che si sta portando avanti a Torino sul rapporto con l’Inail. Rapporto che, invece, a Napoli è già effettivamente in piedi e ha portato – ultima tra tutte – alla nascita di Casa Rider, un punto cittadino dedicato ad attività di sindacalismo permanente, assistenza, distribuzione di materiale per ciclofattorini, inaugurato il 29 marzo 2021 da NIdiL CGIL Napoli in compartecipazione con l’Inail Campania.

* ANTONIO PRISCO

Antonio Prisco è stato uno dei sindacalisti più noti nel mondo dei rider, napoletano, dirigente CGIL, coordinatore nazionale rider NIdiL CGIL, ha dato un contributo decisivo nella battaglia dei ciclofattorini in Italia. Scomparso il 29 aprile 2021 a soli 37 anni, era appena guarito dal Covid e i suoi compagni lo aspettavano per il ritorno all’attività sindacale.

A un anno dalla sua scomparsa, per ricordarlo, NIdiL CGIL e CGIL hanno voluto organizzare una giornata di iniziative a Napoli, dal titolo “Un passo indietro… neanche per la rincorsa” . Prima i ricordi e le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Poi, la presentazione del libro Quo Vadis Rider”. La lotta umana e sindacale dei ciclofattorini pubblicato da Futura Editrice, a cura di Maria Matilde Bidetti, Carlo De Marchis Gomez e Sergio Vacirca, con prefazione di Tania Scacchetti e introduzione di Filippo Ceccarelli. All’interno, il contributo di Prisco che avete appena letto.