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CORONAVIRUS. 10 milioni di euro per i lavoratori e le lavoratrici in somministrazione

Dal Fondo di Solidarietà di settore, nuove forme di tutela.
Le proposte di Felsa NIdiL Uiltemp per sostenere atipici e autonomi.

Roma, 8 marzo 2020. – Il Fondo di Solidarietà del settore delle Agenzie per il Lavoro interverrà per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi legata all’emergenza sanitaria in corso, attraverso un trattamento del tutto simile a quello dei lavoratori diretti delle imprese utilizzatrici, in assenza di intervento di ammortizzazione sociale ordinario e straordinario previsto da provvedimenti del Governo e delle Regioni.

Felsa Cisl NIdiL Cgil Uiltemp ritengono comunque necessario che gli strumenti di cassa in deroga pubblici comprendano i lavoratori somministrati.

Nel mentre si definisce un quadro di misure anche alla luce dell’aggravarsi della situazione, la misura concordata, frutto di un accordo sottoscritto tra Felsa Cisl, NIdiL Cgil, UilTemp e Assolavoro prevede la possibilità di attivare in via sperimentale la cosiddetta “Tis (Trattamento Integrazione Salariale) in deroga” erogata dal Fondo di solidarietà del settore delle agenzie di somministrazione per favorire la continuità occupazionale dei lavoratori, in particolare di quelli a tempo determinato, sui quali rischiano di scaricarsi gli effetti immediati dei cali produttivi a seguito dell’emergenza Covid-19.

La Tis in deroga, con una dotazione di 10 milioni di euro, potrà intervenire solo a seguito di accordo sindacale, nel quale andranno esplicitate le motivazioni e i casi di impossibilità (si pensi alle scuole o al settore pubblico in generale) o di difficoltà alla base della mancata attivazione degli strumenti esistenti da parte dell’Azienda utilizzatrice, e garantirà ai lavoratori circa l’80% della retribuzione, che comunque sarà anticipata mensilmente dalle Agenzie.

L’intesa prevede, inoltre, la neutralizzazione dei giorni di malattia per motivi comunque legati all’emergenza Coronavirus, ai fini del periodo massimo di conservazione del posto di lavoro (cosiddetto periodo di comporto).

Le misure necessarie per supportare gli altri lavoratori atipici e autonomi

Se con questo intervento si potrà dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori somministrati, resta ancora grave la situazione delle altre figure di lavoro atipico e autonomo prive di sufficienti coperture e anch’esse già colpite dalla crisi.

Oltre a ribadire la richiesta di una Naspi (indennità di disoccupazione) rafforzata almeno nella durata, per tutti i lavoratori dipendenti a tempo determinato, Felsa Cisl NIdiL Cgil UilTemp ritengono l’indennità prevista dal decreto n. 9/2020 per i lavoratori autonomi troppo bassa e riferita a fattispecie troppo eterogenee, interessando dai collaboratori ai commercianti passando per partite iva e artigiani.

Le richieste unitarie di Felsa Cisl NIdiL Cgil Uiltemp per collaboratori e lavoratori autonomi:

  • aumento per tutti della indennità prevista ed estensione della copertura oltre la zona rossa, in particolare per i settori del turismo, dello sport, dello spettacolo e della formazione professionale;
  • i collaboratori coordinati e continuativi potrebbero rientrare nella cassa in deroga prevista per i lavoratori dipendenti, in quanto già assimilati dal punto di vista fiscale e previdenziale al lavoro subordinato e spesso impegnati in attività produttive tipiche delle imprese (ad esempio tutto il settore dei call center);
  • per le partite iva andrebbe erogato un sostegno legato ai redditi pregressi e in proporzione all’effettiva riduzione dell’attività lavorativa, con un tetto ben più alto degli attuali 500 €;
  • inserimento dei collaboratori sportivi (non iscritti a nessuna cassa previdenziale) tra i beneficiari delle misure di sostegno;
  • riguardo al settore turistico, andrebbero ricomprese in una forma di tutela le diverse figure di professionisti coinvolti dal calo del settore, alberghi e aree archeologiche, ma anche tutti quei lavoratori del commercio legati alle città turistiche;
  • estensione a collaboratori e professionisti autonomi delle misure di welfare “promesse” dal Governo per la cura genitoriale;
  • la malattia legata all’emergenza, per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, dovrebbe essere considerata come malattia per ricovero ospedaliero.