Vai al contenuto

RIDER, incendio a Torino. NIdiL CGIL: emergenza caporalato e bassi compensi

  • Riders

Food delivery: l’incendio avvenuto ieri mattina a Torino ripropone il problema del caporalato tra i rider. NIdiL CGIL: chiediamo risposte alle aziende

Roma, 1 giugno 2023 – Ieri mattina a Torino è scoppiato un incendio in via Cigna in un appartamento di 45 metri quadrati, occupato da cinque rider stranieri. All’interno dell’alloggio erano custodite alcune biciclette elettriche che ogni notte venivano ricaricate e da cui, probabilmente, si è scatenato un corto circuito che ha poi prodotto l’incendio. Per fortuna non ci sono state vittime, ma quattordici persone sono rimaste intossicate e sono state ricoverate in quattro ospedali diversi.

“Quanto accaduto ripropone un problema che come NIdiL CGIL denunciamo da tempo – commenta la categoria sindacale in una nota – quello dello sfruttamento lavorativo dei migranti che vengono ‘arruolati’ da caporali della loro comunità per svolgere l’attività di food delivery.”

“È un fenomeno visibile a chiunque abbia a che fare con questi lavoratori che, in molti casi, non conoscono neppure la lingua italiana – prosegue il Sindacato – Come NIdiL chiediamo spesso l’assistenza di mediatori culturali che ci aiutano a comunicare con loro per conoscere i loro bisogni e poter intervenire sindacalmente e legalmente.”

“L’emergenza abitativa è sicuramente uno dei problemi prioritari che va affrontato dal Governo e dai comuni: tante persone senza scrupoli affittano locali fatiscenti e appartamenti che non garantiscono condizioni sicure ai migranti, lucrando sulla disperazione di persone in cerca di riscatto.

L’altra questione sulla quale intervenire immediatamente è la condizione di precarietà e bassi salari di questi lavoratori che vivono di food delivery.

Chiediamo alle imprese del settore, con le quali sono aperti tavoli e confronti, di dare delle risposte positive alle richieste legittime che come sindacato stiamo ponendo per impedire situazioni di caporalato e garantire compensi adeguati che consentano anche a chi opera nel food delivery di vivere dignitosamente.”