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DEMOCRAZIA AL LAVORO. L’intervento di Modou, rider e somministrato

Manifestazione nazionale CGIL "Democrazia al lavoro". A Roma il 25 ottobre, sul palco anche Modou, rider e somministrato di Firenze per dire basta alla precarietà.

Sabato 25 ottobre 2025 la CGIL ha chiamato in piazza lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, giovani, cittadine e cittadini a partecipare alla grande manifestazione nazionaleDemocrazia al lavoro”.

Sul palco anche Modou Mergane, delegato NIdiL CGIL Firenze, rider e somministrato, ecco il suo intervento.

BASTA PRECARIETÀ. Modou Mergane: "Vorrei solo lavorare in stabilità, dopo tanti anni da precario"

“Sono qua per raccontare la mia storia e anche i problemi dei rider che lavorano qua in Italia sia con Glovo che con Deliveroo. Mi chiamo Modou e sono arrivato in Italia nel 2015, quando avevo 19 anni, vengo dal Senegal e ho attraversato Mali, Burkina Faso e Niger per arrivare in Libia e lì sono rimasto per 15 giorni. Poco, per fortuna. Da lì sono partito per la Sicilia, per poi spostarmi a Firenze.

Nell’aprile 2019 mi è stato attivato l’account di Glovo e ho iniziato a lavorare con la bici muscolare, però in quel tempo lavoravo con la collaborazione occasionale e questo mi rendeva difficile il rinnovo del permesso di soggiorno quindi, allo stesso tempo, ho cercato altri lavori da dipendente. Ho lavorato in alcuni magazzini visto che nella logistica c’era molta richiesta e continuavo a fare il rider nel tempo restante, a un certo punto ho anche dovuto aprire la partita IVA per continuare a lavorare con Glovo.

Nel frattempo, è arrivato il coronavirus e il settore del lavoro a domicilio è cresciuto tantissimo, eravamo essenziali e per la prima volta a Firenze durante il lockdown gli unici visibili in strada eravamo noi rider tra una consegna e l’altra, purtroppo rischiando il contagio e non ricevendo i dovuti strumenti per tutelare la nostra salute.

Lì ho partecipato alle prime battaglie sul tema salute e sicurezza per i rider chiedendo la mascherina e una paga adeguata e proprio in questo periodo ho conosciuto NIdiL CGIL. Mi era arrivato un volantino dove si diceva che c’erano delle indennità per noi lavoratori a partita IVA e volevo ottenerle, così ho chiamato il numero sul volantino e ho fissato un appuntamento presso la sede della CGIL. Lì mi hanno aiutato a compilare la domanda e più di una volta ho ricevuto il contributo che mi spettava. In tutte queste esperienze NIdiL e la CGIL mi hanno assistito, insieme abbiamo cercato risposte quando avevo bisogno di aiuto sul permesso di soggiorno, per la gestione della partita IVA o per i contratti.

Proprio in quel momento ho visto un’offerta di lavoro tramite Randstad per andare a lavorare come operatore ecologico dell’azienda che si occupa dei rifiuti Alia, ho accettato alla fine di settembre, ho lavorato sperando di poter essere stabilizzato, ma purtroppo il 21 settembre di questo anno il contratto mi è scaduto e sempre NIdiL CGIL sta portando avanti una battaglia insieme alla Funzione Pubblica per riprendere il personale lasciato a casa e garantire occupazione stabile a me e ai miei colleghi.

Per quanto riguarda la mia esperienza e le mie aspettative vorrei trovare una stabilità dopo avere sperimentato la precarietà per diversi anni, vorrei lavorare in stabilità, vorrei lavorare in un supermercato o in un magazzino ma con un contratto stabile che mi permetta di acquistare una casa e portare mia moglie qua per mettere radici.

Vorrei dire un’ultima cosa sui rider, vorrei che si riuscisse ad avere un contratto che ci tuteli davvero e che non abbia su di noi il rischio di impresa, noi lavoriamo per pochi soldi – soldi utili, sia chiaro, quando cerchi di sopravvivere del mondo di oggi, dove si fa molta fatica a trovare una casa, anche un semplice affitto – però il mio appello va ai miei colleghi affinché prendano sempre più coscienza che NIdiL e la CGIL sono al nostro fianco e noi in risposta dobbiamo avere il coraggio e la forza di ottenere condizioni migliori.

Io mi sono fatto male almeno 3 volte in questi anni scivolando sull’asfalto durante la pioggia e vorrei sentirmi più sicuro, che l’accesso alle tutele fosse più facile invece è un labirinto che invece di aiutarti ti mette in difficoltà per ridurre le responsabilità e le azioni a carico del datore di lavoro. Lavoriamo fondamentalmente per il profitto delle piattaforme, per il compenso che queste ci danno, ridotto al massimo, nella logica del risparmio. Questo non è giusto e anche per questo ribadisco che ci vuole un contratto e che la direttiva europea venga recepita nel nostro paese. Intanto a Firenze abbiamo aperto una Casa rider e siamo riusciti, a livello nazionale, a tenere dei tavoli per risolvere problemi tecnici come il licenziamento dei rider sia con Glovo che con Deliveroo e quindi stiamo crescendo tanto compagne e compagni.

Alla lotta e in strada! Grazie a tutti grazie mille.”

Le nostre motivazioni

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