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MOLESTIE SUL LAVORO. Campagna per l’adozione della Convenzione ILO 190

NIdiL Cgil sostiene la campagna Uniglobal che promuove la ratifica in tutti i paesi europei della nuova convenzione ILO contro molestie e violenza sul lavoro.

Convenzione 190

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) il 21 giugno 2019 ha approvato la Convenzione n.190 (C190) contro la violenza sessuale e le molestie nei luoghi di lavoro. Perché diventi effettiva deve essere ratificata dai Paesi membri, per questo Uniglobal (UNI) ha lanciato una campagna social, a cui Nidil Cgil prende parte, per sensibilizzare sul tema, per fare pressione sui governi europei perchè la adottino e per diffonderne il contenuto.

La portata del risultato politico è sotto gli occhi di tutte e tutti. 

Il rapporto Women, Business and the Law della Banca Mondiale nel 2018 denunciava che, dei 189 Paesi interessati dalla ricerca, 59 risultavano non fare alcun rilievo a questo fenomeno. Pertanto, in un panorama legislativo sul tema che a livello mondiale può definirsi talvolta debole e certamente non uniforme, la convenzione 190 ha il merito di introdurre alcune importanti novità.

Tutti i luoghi di lavoro

In primo luogo, interviene sulla definizione di ciò che è da intendersi come “luogo di lavoro”. Non più i soli ambienti canonicamente ascrivibili alla produzione, ma anche tutti quelli direttamente collegati al proprio lavoro, come gli spazi adibiti alle pause, gli alloggi messi a disposizione dal datore, i servizi e gli spogliatoi, o anche indirettamente connessi, inclusi i corsi di formazione, gli eventi ed i viaggi. Persino il tragitto casa-lavoro e tutti i luoghi virtuali attraverso i quali chi lavora da casa può essere contattato e molestato (es. chat, mail) rientrano nella inedita definizione di “luogo di lavoro”, adottata dalla Convenzione.

Tutte le tipologie di lavoratrici e lavoratori

In secondo luogo, la C190 si rivolge a tutte le figure lavorative riscontrabili nell’organizzazione dell’azienda, prescindendo, dunque,  dal loro status contrattuale. Questo consente di tutelare anche tutti quei soggetti ontologicamente più deboli nel mercato del lavoro perché non rientranti nella fattispecie della subordinazione, che si tratti di tipologie atipiche o tirocini o apprendistati.

Ciò perché violenza e molestie, intendendosi con tali espressioni tutti gli atteggiamenti che cagionano, oppure sono in grado di cagionare, danni fisici, psicologici, sessuali o economici, rappresentano condotte lesive dei diritti umani, del tutto incompatibili con gli standard tramite i quali si definisce dignitoso un lavoro.

Con la ratifica della Convenzione n.190, i governi dovranno adottare leggi che sanciscano l’illiceità della violenza sul posto di lavoro; oltre a mettere in campo misure preventive, come campagne di informazione che rendano obbligatorio per le aziende di avere politiche contro violenza e molestie. Inoltre, ai governi spetterà un’azione di monitoraggio affinché si facilitino i meccanismi di denuncia, unitamente a misure di protezione idonee sia per le vittime  che per i testimoni.

La strada per un mondo del lavoro realmente inclusivo è certamente faticosa da percorrere.

Come organizzazione sindacale, non dobbiamo aspettare la ratifica della Convenzione n.190. Su tutti i livelli della contrattazione che ci vedono coinvolti possiamo giocare d’anticipo, provando a inserire nei nostri accordi le innovazioni del documento. La C190 rappresenta un’importante strumento di tutela per cambiare le vite di ciascuno di noi, come recita lo slogan della campagna a livello globale.

 

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