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STATI GENERALI SALUTE SICUREZZA 2025

Stati Generali Salute e Sicurezza 2025 a Roma dal 21 al 24 ottobre presso la Camera dei Deputati. Il contributo NIdiL CGIL nel gruppo di lavoro dedicato alla logistica, sul settore Rider.

NIdiL CGIL ha partecipato ai gruppi di lavoro della seconda edizione degli Stati Generali sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro organizzati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro della Camera dei deputati presieduta da Chiara Gribaudo. Per tre giorni, le realtà che si occupano del tema hanno dialogato su tecnologie, formazione, logistica e proposte. L’evento si è aperto con il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

A inaugurare le giornate, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la Presidente della Commissione, Chiara Gribaudo, la Ministra del Lavoro, Marina Calderone. Poi l’intervento delle parti sociali tra cui Maurizio Landini (CGIL), Mattia Pirulli (CISL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL), e delle associazioni datoriali, (Confindustria, CNA, CIA, Confagricoltura, Coldiretti ecc.). A concludere la tre giorni la relazione della magistrata Rita Sanlorenzo e l’illustrazione delle proposte emerse dai tavoli da consegnare alla politica.

Il contributo di Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGIL nel gruppo di lavoro “Salute e sicurezza nel settore della logistica” ha portato l’attenzione sul tema “Salute e sicurezza nel lavoro tramite piattaforme digitali. Esperienze, dati e proposte sindacali nel settore del food delivery“.

Salute e sicurezza nel lavoro tramite piattaforme digitali. Esperienze, dati e proposte sindacali nel settore del food delivery.

NIdiL CGIL rappresenta le lavoratrici e i lavoratori atipici – somministrati, autonomi e parasubordinati – e, dal 2017, segue con continuità anche i rider e gli altri lavoratori delle piattaforme digitali. L’obiettivo è garantire loro diritti equivalenti a quelli del lavoro subordinato, in particolare sul terreno della salute e sicurezza, troppo spesso esclusi dalle tutele effettive.

Nel corso degli ultimi anni, NIdiL ha sviluppato tre linee di intervento principali:

  1. un ampio contenzioso giudiziario sugli obblighi di sicurezza delle piattaforme;
  2. una inchiesta nazionale sulle condizioni di lavoro dei rider;
  3. una campagna di prevenzione e informazione sulla sicurezza, realizzata insieme al Patronato INCA.

1. Le cause legali e il riconoscimento della responsabilità delle piattaforme

La tutela della salute e sicurezza è stata una delle prime strade percorse nei tribunali per affermare i diritti dei rider. L’emergenza Covid-19 ha rappresentato l’occasione iniziale: nel 2020 i giudici di Firenze imposero a Just Eat la fornitura di mascherine, gel igienizzante e altri DPI, riconoscendo che anche chi lavora su piattaforma deve essere protetto come qualsiasi altro lavoratore.

Dalla pandemia si è poi passati a un altro fronte cruciale: il rischio climatico, in particolare le ondate di calore che mettono a rischio la salute dei rider costretti a pedalare o guidare in condizioni estreme. Tra il 2022 e il 2025 diversi tribunali, soprattutto Palermo e Milano, hanno affermato principi innovativi:

  • Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) deve includere anche il rischio climatico;
  • Le piattaforme hanno l’obbligo di fornire DPI specifici (acqua, sali minerali, creme solari, cappelli, occhiali protettivi);
  • Il rischio non può essere scaricato sui rider con la scusa che “possono scegliere di non lavorare”: la tutela riguarda chi lavora, non chi rinuncia;
  • Gli RLS e RLST hanno diritto a essere coinvolti e consultati sulla valutazione dei rischi e sulle misure di prevenzione dei rider. L’esperienza di Milano (ordinanze Marotta, 2025) ha inoltre riconosciuto formalmente la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST) come interlocutore obbligatorio delle piattaforme. È un terreno su cui il sindacato ha ottenuto risultati pionieristici, trasformando un problema di salute pubblica – il caldo estremo – in una questione sindacale e contrattuale.

2. L’inchiesta nazionale NIdiL CGIL: i dati sulla salute e sicurezza

Tra giugno 2024 e agosto 2025, NIdiL ha realizzato una inchiesta nazionale con 491 questionari compilati in quattro lingue (italiano, inglese, francese e urdu). I dati offrono una fotografia chiara e allarmante del settore:

  • il 57,3% dei rider che ha avuto un incidente durante l’attività lavorativa ha dichiarato di non aver denunciato l’infortunio;
  • solo il 42,7% ha presentato regolare denuncia INAIL;
  • tra chi si è infortunato e ha denunciato l’infortunio, oltre il 67% non ha ricevuto alcun risarcimento;
  • il 32,6% degli infortuni è dovuto a condizioni meteo estreme, un dato che conferma il peso crescente del cambiamento climatico sulla sicurezza;
  • la formazione è quasi sempre online (71%) e di durata inferiore alle 4 ore nel 76% dei casi, spesso senza verifica dell’apprendimento;
  • il 28% dichiara di non ricevere alcun dispositivo di protezione;
  • tra chi riceve DPI, si tratta quasi sempre solo di un giubbotto o di un casco, raramente di dotazioni complete (luci, catarifrangenti, borracce, creme solari, ecc.).

Questi dati indicano che l’inquadramento “autonomo” produce un vuoto di tutele: il rischio lavorativo è pienamente presente, ma mancano formazione, prevenzione, vigilanza e copertura effettiva.

3. I dati INAIL: la punta dell’iceberg

I dati INAIL sugli infortuni denunciati dai rider tra il 2021 e il 2023 confermano l’entità del fenomeno:

  • 485 casi nel 2021, 431 nel 2022, 421 nel 2023;
  • 7 decessi totali nel triennio;
  • il 75% degli infortuni riguarda lavoratori sotto i 35 anni;
  • la maggior parte avviene in occasione di lavoro (circa il 75%), ma cresce la quota in itinere (da 74 a 107 casi);
  • le regioni con più denunce: Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana.

Si tratta tuttavia di dati parziali: l’inchiesta NIdiL dimostra che oltre un terzo degli incidenti non viene denunciato. Molti rider, non avendo garanzie di reddito né rapporti di lavoro stabili, temono di perdere l’accesso alla piattaforma o non sanno a chi rivolgersi.

4. La campagna NIdiL – INCA sulla salute e sicurezza

Nel 2024 NIdiL e INCA CGIL hanno lanciato la campagna “Rider, la tua sicurezza conta”, un progetto di comunicazione e prevenzione rivolto ai lavoratori del food delivery. La campagna ha previsto:

  • Volantini multilingue (italiano, inglese, francese) distribuiti nei punti di incontro dei rider;
  • Materiale informativo digitale e social sui principali rischi, sulle modalità di denuncia e sui contatti del Patronato INCA;
  • Distribuzione di DPI e gadget utili alla sicurezza (gilet catarifrangenti, bracciali e cavigliere luminose, giubbotti antipioggia, borracce e magliette tecniche);
  • Coinvolgimento dei territori, con assemblee pubbliche e giornate di sensibilizzazione.

L’obiettivo è stato duplice: informare e responsabilizzare i rider, ma anche sollecitare le piattaforme a predisporre protocolli di sicurezza e formazione multilingue realmente efficaci.

5. Nuove norme e rafforzamento delle tutele sulla salute e sicurezza nel recepimento della Direttiva europea sul lavoro tramite piattaforme

Il recepimento in Italia della Direttiva (UE) 2024/2831 sul lavoro tramite piattaforme digitali rappresenta un’occasione decisiva per rafforzare e aggiornare la normativa nazionale sulla salute e sicurezza. La Direttiva deve essere interpretata come un’opportunità per varare nuove norme e rendere pienamente esigibili le tutele già previste dal D.Lgs. 81/2008, adattandole ai nuovi modelli di organizzazione algoritmica del lavoro e alle sfide introdotte dal cambiamento climatico.

NIdiL CGIL propone che il recepimento e la normativa nazionale di accompagnamento prevedano:

 

    1. Rafforzamento e piena estensione del D.Lgs. 81/2008 ai lavoratori tramite piattaforma, affinché il diritto alla salute e sicurezza sia garantito indipendentemente dal tipo di contratto;
    2. Riconoscimento del rischio climatico come rischio professionale e introduzione misure di tutela obbligatorie, inclusa la sospensione delle attività e l’accesso ad ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi gli autonomi, nei casi di temperature o condizioni meteorologiche che mettano a rischio la salute.
    3. Riconoscimento del tempo di lavoro e della relativa copertura assicurativa: il tempo di lavoro dei rider deve comprendere tutto il periodo in cui il lavoratore è loggato nella piattaforma, incluse le fasi di attesa, assegnazione della consegna e spostamento, poiché costituiscono tempi di effettiva disponibilità funzionale alla prestazione. Di conseguenza, la copertura assicurativa INAIL deve essere garantita per l’intera durata del tempo di connessione, estendendosi anche agli infortuni in itinere.
    4. Garantire pieno accesso sindacale e ispettivo ai dati algoritmici che incidono sull’organizzazione del lavoro, sui ritmi, sugli orari e sulla sicurezza dei lavoratori.
      La trasparenza dei sistemi automatizzati è infatti una condizione necessaria per valutare correttamente i rischi legati ai tempi di consegna, alla pressione produttiva e all’esposizione a situazioni di pericolo (traffico, fatica, stress termico, incidenti). L’accesso ai dati deve essere consentito sia alle organizzazioni sindacali, per poter esercitare la propria funzione di tutela collettiva, sia agli organi di vigilanza e agli RLS/RLST, per monitorare gli effetti concreti delle decisioni algoritmiche sulla salute e sicurezza dei lavoratori.
    5. Diritto alla rappresentanza per la sicurezza e partecipazione sindacale effettiva.
      Ogni lavoratore che opera tramite piattaforme digitali deve avere il diritto di essere rappresentato da un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) o Territoriale (RLST), indipendentemente dal proprio inquadramento contrattuale.
      È necessario garantire la consultazione sindacale preventiva e la partecipazione attiva degli RLS e RLST nella definizione delle misure di prevenzione e nei processi di valutazione del rischio, anche per i lavoratori autonomi o etero-organizzati.
      Solo così è possibile assicurare una tutela collettiva e universale della salute e sicurezza, coerente con i principi fondamentali del D.Lgs. 81/2008 e con l’evoluzione del lavoro digitale.

Conclusione

Il lavoro dei rider è oggi uno dei simboli del paradosso del lavoro digitale: tecnologicamente avanzato, ma socialmente arretrato. Dietro ogni consegna c’è una persona che pedala sotto la pioggia o nel traffico, senza sapere se sarà pagata, assicurata o sostituita da un algoritmo.

Come NIdiL CGIL chiediamo che lo Stato e le istituzioni si facciano carico di colmare il vuoto di tutele e di garantire che anche chi lavora per un’applicazione abbia diritto a tornare a casa sano e salvo.

La sicurezza dei rider è una questione di dignità. Nessuna innovazione può essere definita progresso se si fonda sull’insicurezza e sulla paura.

Card Stati Generali Salute e Sicurezza