Roma, 17 luglio 2025 – Nelle ultime ore, le piattaforme Glovo e Deliveroo hanno inviato a tutti i rider una comunicazione con l’elenco delle misure che intendono adottare per gestire l’emergenza caldo. Si tratta, in particolare, di: un corso online sui rischi legati alle alte temperature; un bonus economico di 10 centesimi per ogni consegna completata con temperature superiori o uguali ai 32° C per l’acquisto di acqua; un bonus economico di 50 centesimi per ogni giorno in cui viene completata almeno una consegna con temperature superiori o uguali ai 32° C per l’acquisto di sali minerali; un rimborso una tantum di 5 europer l’acquisto di una borraccia termica.”
“Peccato che queste misure siano del tutto unilaterali e insufficienti – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGIL – Ancor più grave: contraddicono quanto ordinato la settimana scorsa dal Tribunale di Milano.”
L’ordinanza dell’8 luglio 2025, frutto di un ricorso promosso da Filcams e NIdiL CGIL, ha imposto, infatti, a Glovo (Foodinho s.r.l.) di mettere a disposizione dei rider adeguati dispositivi di protezione, abbigliamento idoneo, acqua, sali minerali e creme protettive e avviare un confronto immediato e una consultazione preventiva con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLST) sui rischi legati alle ondate di calore, tenendo conto di fattori come età, genere, maternità, provenienza e forma contrattuale.
“Le piattaforme, invece di rispettare il provvedimento del giudice, continuano a muoversi in autonomia, ignorando il ruolo del sindacato e offrendo soluzioni parziali, inadeguate e non concordate. – denuncia Turi – Non bastano un corso online e pochi centesimi a consegna per garantire sicurezza. Serve un cambiamento strutturale.”
“Urgente intervenire con norme vincolanti per tutelare chi lavora sulle piattaforme digitali – conclude la segretaria NIdiL – La nuova Direttiva europea sul lavoro tramite piattaforme digitali (Direttiva 2024/2831) va proprio in questa direzione: promuove la corretta classificazione dei rapporti di lavoro, riconosce il diritto all’informazione e alla consultazione sui rischi per la salute, e impone obblighi specifici per garantire la sicurezza e la salute anche in presenza di sistemi di gestione algoritmica. I rider non possono più aspettare. Lavorano a cottimo, per pochi euro a consegna, spesso in condizioni di rischio elevato. Chiedono tutele, diritti e dignità. Come sindacato siamo pronti a fare la nostra parte. Ma le piattaforme devono rispettare la legge.”
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