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EMERGENZA CALDO, RIDER A RISCHIO

NIdiL CGIL: “Aziende di food delivery rispettino la legge e le ordinanze”

Roma, 20 luglio 2023 – “Ad oggi, nonostante l’emergenza caldo e l’aumento di consegne, le principali società di food delivery non hanno ancora fornito i dispositivi di sicurezza ai loro ciclofattorini. Questo è inaccettabile in una società civile.” Così NIdiL CGIL denuncia oggi in una nota.

Il termometro arriva a 45 gradi ma i rider non si fermano. E le loro condizioni di lavoro sono sempre le stesse, nonostante le norme e le raccomandazioni. Sempre più persone, infatti, per evitare il caldo torrido rimangono a casa e in ufficio e si fanno consegnare a domicilio cibo e spesa.

Il clima è proibitivo, ma a causa dell’attività remunerata a “cottimo” i rider sono costretti a fare più consegne possibili pur di arrivare a guadagnare quanto gli serve per poter vivere, rischiando malori e disidratazione. Non hanno alternative, visto che non hanno diritto a ferie, a permessi retribuiti né alla cassa integrazione che è prevista, anche in casi come questi, per i lavoratori subordinati.

Ricordiamo che tribunale di Palermo ad agosto dello scorso anno accolse il ricorso d’urgenza inoltrato da un ciclofattorino di Glovo assistito dai legali di NIdiL Cgil Palermo. Il rider aveva denunciato di essere sottoposto, nello svolgimento della sua prestazione lavorativa, a condizioni di stress fisico derivanti dal clima estivo torrido e chiedeva che l’azienda gli consentisse di lavorare avendo almeno dell’acqua a disposizione e i dispositivi utili a farlo lavorare in sicurezza; ai ciclofattorini non era consentito neppure di poter usufruire dei servizi igienici dei ristoranti presso i quali ritiravano il cibo da asporto.

Il giudice dispose, in base a quanto indicato dall’INAIL nel progetto Worklimate per la gestione del rischio caldo, la fornitura di dispositivi di sicurezza contro le alte temperature e le ondate di calore: tra questi un contenitore termico per il fabbisogno giornaliero d’acqua, una soluzione con sali minerali e la crema solare protettiva. Ad un anno di distanza, con le temperature superiori a quelle dell’anno scorso, per i rider è cambiato poco o nulla. Le principali società di food delivery, infatti, ad oggi non hanno ancora fornito i dispositivi di sicurezza che all’epoca furono imposti dal giudice di Palermo.

 “Abbiamo già scritto alle società di food delivery per intimargli di attuare immediatamente quanto previsto dalle norme in merito di salute e sicurezza sul lavoro – conclude NIdiL CGIL – Nel caso in cui non intraprendessero tali iniziative metteremo in campo tutte le azioni necessarie per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.