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CORONAVIRUS. Tutelare sicurezza dei collaboratori e favorire lo smart working anche per loro

Nell’emergenza Coronavirus, per i collaboratori, Sindacati chiedono alle Associazioni di categoria di garantire sicurezza e favorire il lavoro da remoto.

Inoltrate oggi le richieste urgenti di informativa alle associazioni datoriali firmatarie degli accordi nazionali sulle collaborazioni coordinate e continuative, in merito all’emergenza sanitaria COVID-19 e conseguenti prescrizioni adottate dalle autorità a tutela della salute dei lavoratori.

In questo momento complicato, molte lavoratrici e lavoratori sono particolarmente preoccupati di poter lavorare nelle giuste condizioni di sicurezza che l’organizzazione aziendale deve favorire, così come prescritto dai provvedimenti delle Autorità statali e regionali, da ultimo il D.P.C.M. del 9 marzo scorso, concernente l’emanazione di misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale fino al 3 aprile 2020.

Sicurezza nei luoghi di lavoro

In particolare, ad AIO (Associazione Italiana Outbound), ASSIRM (Ricerche sociali, d’opinione, di mercato), ECI (Ente Culturale Italiano) e OSC (Organizzazioni della Società Civile) abbiamo chiesto, quindi, di:

– garantire un’adeguata informazione dei collaboratori sulle norme di condotta da osservare, attraverso apposite locandine, depliant e quant’altro sia utile a promuovere comportamenti tali da evitare la diffusione dell’epidemia in corso;

igienizzazione e sanificazione degli ambienti di lavoro e relativa affissione in luoghi ben visibili della certificazione di avvenuto intervento, oltre al distanziamento delle postazioni di lavoro come raccomandato dalle autorità.

Favorire lo smart working anche per i collaboratori

Inoltre, considerata la situazione di particolare emergenza, anche se non direttamente applicabili ai collaboratori coordinati e continuativi le norme relative all’utilizzo dello smart working, abbiamo chiesto alle Associazioni di sollecitare le aziende associate ad adottare, ove possibile, anche per questi lavoratori, modalità di lavoro da remoto.

Nelle aziende, non è sempre disponibile, infatti, uno spazio fisico utile a garantire la sicurezza per tutti, se non a fronte di un turn-over forzato che determini un corretto distanziamento fra le postazioni di lavoro. Per i collaboratori, ciò potrebbe determinare – in assenza, al momento, di ammortizzatori sociali – una decurtazione del compenso non dipendente dalla libera scelta di svolgere o meno la prestazione lavorativa, come la fattispecie della collaborazione prevede.